lunedì 29 dicembre 2014

Consiglio Comunale del 29 Dicembre 2014

ORDINE DEL GIORNO

TUTTE LE DELIBERAZIONI

Il Consiglio Comunale si riunisce in questa ultima seduta del 2014 per discutere un ordine del giorno di soli 4 punti, ma fra i quali ve ne è uno di particolare importanza in prospettiva futura. Andiamo con ordine.

Punto 1

Approvazione dei verbali della seduta precedente

Su questo punto nulla da eccepire, anzi, ritengo opportuno fare pubblicamente in consiglio un apprezzamento per l'ottimo lavoro di verbalizzazione effettuato dalla segreteria.

Punto 2

Atto di indirizzo per le Gestioni Associate Obbligatorie

Questo è il punto più importante della seduta, poiché si tratta di porre le basi per una riforma strutturale dell’ente comunale, in una prospettiva di maggior efficacia ed efficienza della pubblica amministrazione. Si tratta in sostanza di andare, OBBLIGATORIAMENTE, ad associarsi con altri comuni per lo svolgimento di 10 delle 11 funzioni fondamentali (è esclusa la funzione L), individuate come segue dalla legge:

A) Organizzazione generale dell’amministrazione, gestione finanziaria e contabile e controllo;

B) Organizzazione dei servizi pubblici di interesse generale di ambito comunale, ivi compresi i servizi di trasporto pubblico comunale;

C) Catasto, ad eccezione delle funzioni mantenute allo Stato dalla normativa vigente;

D) Pianificazione urbanistica ed edilizia di ambito comunale nonché la partecipazione alla pianificazione territoriale di livello sovra comunale;

E) Attività, in ambito comunale, di pianificazione di protezione civile e di coordinamento dei primi soccorsi;

F) Organizzazione e gestione dei servizi di raccolta, avvio e smaltimento e recupero dei rifiuti urbani e la riscossione dei relativi tributi;

G) Progettazione e gestione del sistema locale dei servizi sociali ed erogazione delle relative prestazioni ai cittadini, secondo quanto previsto dall’articolo 118, quarto comma, della Costituzione;

H) Edilizia scolastica, organizzazione e gestione dei servizi scolastici;

I) Polizia municipale e polizia amministrativa locale;

L) Tenuta dei registri di stato civile e di popolazione e compiti in materia di servizi anagrafici nonché in materia di servizi elettorali, nell’esercizio delle funzioni di competenza statale (non obbligo di associazionismo);

L-bis) servizi in materia statistica.

C’è da premettere che i comuni in generale, e Grignasco non sfugge alla regola, si sono fatti trovare impreparati alla scadenza dei termini prevista per il 31/12/2014, entro la quale la riforma doveva partire con tutte le gestioni associate attive, mentre in realtà oggi, qui, e in altri consigli, si presenta un atto di indirizzo, ovvero solo un impegno preciso a farlo. Ma non mi sento di sollevare critiche su questo, la materia è complicata, ancora troppo fumosa e poco supportata a livello di risorse: si chiedono ai comuni rivoluzioni da Top Management mettendole nelle mani di amministratori pagati a livello di mancia della nonna e che già fanno i salti mortali per far quadrare i bilanci, e tutta la miriade di altre complicazioni gestionali, comprese le loro personali e lavorative. Ma, chiusa la parentesi, bisognava comunque esprimere un voto sul modello di gestione associata proposto dalla maggioranza. Fatti i miei ragionamenti e dopo essermi documentato un minimo sulla materia ho espresso in aula la mia opinione con il seguente intervento:

« Siamo qui chiamati a esprimere un voto riguardo a un atto di indirizzo politico di notevole importanza: con esso si andranno a porre le basi per la progressiva trasformazione del modello gestionale dell’ente comunale, il quale, nell’intento del legislatore, dovrà migrare e approdare a parametri di efficienza ed efficacia più consoni alla nuova visione aziendalistica della Pubblica Amministrazione. Il mio voto, dai banchi di minoranza, sarà sicuramente ininfluente rispetto all’indirizzo in discussione, ma, considerata la materia in oggetto, mi pare opportuno motivarlo e argomentarlo. Viene proposto un atto di indirizzo che coinvolge i comuni di Grignasco, Cavallirio, Boca e Maggiora per la Gestione Associata Obbligatoria delle funzioni fondamentali. Si cambia quindi direzione territoriale rispetto alle prime convenzioni obbligatorie stipulate nel 2012 con i comuni di Romagnano e Prato.

Due sono le variabili da considerare per esprimere un giudizio, da puro osservatore, in quanto non sono a conoscenza delle eventuali analisi di fattibilità effettuate e non sono stato personalmente coinvolto nei processi decisionali.

1 - LA SCELTA DELL’AMBITO TERRITORIALE

L’affinità con i comuni di Prato e Romagnano è oggettivamente elevata:

- Contiguità geografica (i confini di Prato arrivano fin nel nostro centro abitato);

- Vie di comunicazione e trasporti pubblici molteplici ed efficienti (fra tutti la nuova strada a scorrimento veloce che serve, con più uscite, i 3 comuni, non dimenticando la linea ferroviaria, ora sospesa ma comunque esistente e a disposizione anche per eventuali soluzioni “futuriste”);

- Il fiume Sesia, con i benefici paesaggistici, naturalistici e gli oneri connessi;

- E, me lo voglia concedere il nostro Egregio Sindaco Beatrice, con Prato siamo talmente accomunati e vicini da aver scelto un cittadino Pratese (lui stesso) come Sindaco;
- Non dimentichiamo poi che Romagnano è sede di diverse Scuole Superiori, particolare non certo trascurabile per ambire a un eventuale “matrimonio”.

Molto meno ci accomuna a Cavallirio, Boca e Maggiora, di fatto più affini all’area del Borgomanerese, geograficamente più lontani dal nostro comune e serviti da vie di comunicazione e trasporti oggettivamente meno agevoli. Particolare poi non del tutto trascurabile è quello che attualmente il comune di Boca è commissariato, quindi senza guida politica: presumo non sia stato ne sarà facile rapportarsi con il commissario prefettizio su temi strutturali come questo, dato che la sua “missione” è quella di gestire una situazione di “emergenza”.

2 - LA SCELTA DELLA FORMA ASSOCIATIVA: CONVENZIONI O UNIONE DI COMUNI.

Seppur le continue modificazioni legislative altro non facciano che creare disorientamento, la linea tracciata fra le righe piuttosto oscure delle leggi in materia è quella di privilegiare l’unione di comuni alle convenzioni, come viatico organizzativo alle future fusioni di comuni, il vero target a lungo periodo. Su tale opzione, convenzione o unione, è estremamente difficile esprimere un giudizio, anche in considerazione del fatto che il nostro è un “grande” piccolo comune, che solo per 300 abitanti meno dei 5.000 prescritti dalla legge deve fare i conti - e in un certo senso subire -  l’obbligo delle gestioni associate.  Anche ciò considerato la scelta delle convenzioni, in un momento di particolare difficoltà e incertezze come l’attuale, è comprensibile e probabilmente preferibile, in quanto più rapida da attuare, più flessibile e meno onerosa sul breve-medio periodo.

Concludo quindi esprimendo il mio voto contrario all’atto di indirizzo, motivato dalle minori affinità territoriali dei comuni di Boca, Cavallirio e Maggiora con Grignasco, rispetto a quelle possedute dai precedenti e, a mio avviso, più appropriati partner, Prato e Romagnano.

L’auspicio e il consiglio che voglio lasciare alla riflessione del Sindaco e della Giunta è quello che, pur constatando che con i comuni di Prato e Romagnano non si hanno storicamente avuti molti rapporti - probabilmente a causa di barriere di appartenenza politica - è questo forse il momento di cominciare a costruirli, nell’interesse futuro del nostro Comune. »

Se volete approfondire l’argomento vi consiglio la lettura di questa ottima pubblicazione sulla materia, abbastanza sintetica ma esaustiva.

Punto 3

Convenzione per il Servizio Finanziario

Si vota il rinnovo, per 1 anno, della convenzione con il comune di Maggiora relativa al servizio finanziario. In pratica il dipendente dell’ufficio svolgerà metà delle ore lavorative presso Grignasco e metà presso Maggiora, con oneri ripartiti al 50% fra i due comuni. Il punto viene approvato all’unanimità dal consiglio.

Punto 4

Interrogazione relativa alla mensa scolastica

Si discute questa interrogazione del consigliere di minoranza Giacopelli relativa alle diffuse lamentele circa la qualità della mensa scolastica, chiedendo alla maggioranza di effettuare le opportune indagini e apportando gli eventuali correttivi. Risponde l’assessore Garampazzi spiegando che la problematica era già nell’agenda dell’amministrazione, che ha provveduto a confrontarsi con la ditta fornitrice per far presenti le lacune. È stata poi effettuata una visita a sorpresa presso la mensa per assaggiare i cibi e l’esito e stato tutto sommato positivo, pur considerando che nella percezione di qualità molto entrano a far gioco i gusto personali dei bambini, che sovente si scontrano con quello che è l’equilibrio dietetico non derogabile imposto dalle norme di legge. Il consigliere Giacopelli dichiara che la risposta della maggioranza è apprezzabile e soprattutto auspica che la soddisfazione non debba essere solo la sua personale a fronte della delibera consiliare, ma soprattutto quella dei ragazzi che utilizzano la mensa.

Per chiudere, anche se in realtà si ne è discusso in apertura di seduta, torno sull’argomento BANDIERA ITALIANA NON PRESENTE ALL’ESTERNO DELLA SALA CONSILIARE, argomento già oggetto di discussione informale nel precedente consiglio del 29 novembre. Chiedo molto semplicemente al Sindaco se siano state fatte le opportune verifiche circa le mie richieste. Il Sindaco molto candidamente e sinceramente mi risponde che non sono state fatte verifiche. Comunico allora che le verifiche le ho fatte io e la bandiera ci vuole, all’esterno della sala della biblioteca. Per correttezza procedurale e anche perché mi sono sentito un pò preso alla leggera su un argomento che, pur di non di estrema importanza, richiedeva una verifica necessitante 30 secondi di tempo, chiedo di far mettere a verbale quanto segue:

PREMESSO CHE

Lo scrivente, a margine del Consiglio Comunale del 29 novembre 2014 aveva sollevato una eccezione circa la mancata esposizione della bandiera nazionale all’esterno della sala consiliare, come previsto dal Regolamento all’articolo 4 comma 5;

A seguito di confronto con la maggioranza è emerso che tale mancanza è “storica”, ed è probabilmente dovuta al verificarsi congiunto di una sala consiliare in sede distaccata dal palazzo comunale  e di un regolamento che in merito lascia troppo spazio all’interpretazione;

CONSIDERATO CHE

Seppur trattasi di questione formale, l’argomento meriti comunque un doveroso approfondimento, essendo oggetto del discutere il simbolo rappresentativo della nostra Nazione, della quale il Consiglio Comunale è organismo di diritto pubblico;

Tale approfondimento trova riscontro nei seguenti articoli di legge:

Dlgs 267/00 (TUEL) Articolo 38 Comma 9, che testualmente recita:

In  occasione  delle  riunioni  del  consiglio  vengono  esposte all'esterno  degli  edifici,  ove  si  tengono,  la  bandiera   della Repubblica italiana e quella dell'Unione europea per il tempo in  cui questi esercita le rispettive funzioni e attività. Sono fatte  salve le ulteriori disposizioni emanate sulla base della legge  5  febbraio1998,  n.  22,  concernente  disposizioni  generali  sull'uso   della bandiera italiana ed europea.

Legge 5 febbraio 1998, n. 2, Articolo 2, che testualmente recita:

1.  La  bandiera della  Repubblica  italiana  e quella  dell'Unione europea  vengono esposte  all'esterno  degli edifici  ove hanno  sede centrale gli organismi di diritto pubblico di  seguito indicati, per il tempo in cui questi esercitano le rispettive funzioni e attivita':

a)gli  organi  costituzionali  e  di  rilievo  costituzionale,  e comunque la sede  del Governo allorché  il Consiglio dei Ministri e' riunito;

 b)i Ministeri;

c) i consigli regionali, provinciali e comunali, in occasione delle riunioni degli stessi;

d)gli uffici giudiziari;

e)le scuole e le università statali.

2. La  bandiera della  Repubblica  italiana  e quella  dell'Unione europea  vengono altresì  esposte all'esterno  dei seggi  elettorali durante   le   consultazioni   e   all'esterno   delle   sedi   delle rappresentanze diplomatiche e consolari italiane all'estero.

3. Il  regolamento  e  le  norme  regionali  di  cui  al  comma  2 dell'articolo  1 possono,  nei limiti  delle rispettive  competenze, dettare una disciplina integrativa in merito alle modalità di uso ed esposizione  della bandiera  della Repubblica italiana  e di  quella dell'Unione europea  nonché di  gonfaloni, stemmi e  vessilli, anche con  riferimento  ad organismi  di  diritto pubblico non  ricomprese nell'elenco di cui al comma 1 del presente articolo.

SI CHIEDE GENTILMENTE CHE

In ottemperanza alle norme di legge sopra citate, in occasione delle riunioni del Consiglio Comunale vengano esposte, all’esterno della sala consiliare della biblioteca (o comunque all’esterno di altre  eventuali sedi alternative delle adunanze) la  bandiera della  Repubblica  Italiana  e quella  dell'Unione Europea.

Relativamente a questa vicenda “nazionalista”, politicamente posso anche sforzarmi di capire, anche se solo in minima parte, l’avversione al tricolore da parte della nostra amministrazione targata LEGA NORD. Ciò non toglie che la legge va rispettata anche se non piace.

Auguri per un Sereno 2015 a Tutti ! ! !
Davide Donà